Powerbarn
Russi, 意大利
- 位置
- Via Carrarone, Russi, 意大利
- 年份
- 2019
- 客户
- Powercrop spa
Delimitata a nord-ovest dall’ultimo tratto del fiume Lamone, attraversata dalla ferrovia che da Faenza conduce a Ravenna, lambita a sud-est dalla strada del Carrarone sulla quale si apre il suo ingresso, l’area industriale appartenuta a Eridania si pone a margine di un ampio territorio agricolo. Esso è tuttora dedicato alla storica coltura della barbabietola da zucchero e di alberi da frutta, e copre un’area di 47 ettari adiacente alla città di Russi, in provincia di Ravenna.
Questo grande comparto, legato al nome dell’industria agroalimentare tra le protagoniste della storia imprenditoriale italiana, ha oggi dismesso la produzione di zucchero e mantiene le sole funzioni di inscatolamento e di magazzino che trovano ancora spazio su una superficie di circa 46.000 metri quadrati. Circa 280.000 metri quadrati comprensivi di tre ampie aree umide sono stati bonificati, rinaturalizzati e restituiti alla comunità, mentre un programma di riconversione delle preesistenti aree industriali è stato predisposto per una parte della restante area, su una superficie di oltre 167.000 metri quadrati.
Il masterplan del Polo definisce un dispositivo ambientale a bassa tecnologia originato dal disegno di un terrapieno che funge da punto di interfaccia tra l’area rurale e quella industriale. “Tutto il progetto parte dal disegno del margine”, racconta Giovanni Vaccarini per spiegare come attraverso la presenza e il progetto naturalistico delle “dune”, tipiche del paesaggio adriatico e qui realizzate su tutto il confine dell’area, si sia proceduto a una generale opera di schermatura e mitigazione ambientale del polo. I bordi dell’area sono stati pensati come dei terrapieni dall’altezza variabile tra tre e dieci metri, sormontati da alberi e percorsi da piste ciclabili e pedonali, che definiscono il margine dell’intervento e l’interfaccia tra i due ambiti: quello agricolo e quello dedicato alla produzione energetica.
La produzione annua del polo di Russi è stimata di 222 GWh, soddisferà il fabbisogno di 84.000 famiglie, garantendo significativi risparmi nell’immissione di gas serra nell’atmosfera. Accanto alla produzione di energia da cippato, nel polo trova sede anche un impianto a biogas alimentato da liquami zootecnici e un piccolo impianto fotovoltaico, di circa 1.000 mq, che contribuiscono alla produzione di energia pulita. Le linee guida dell’Unione Europea riguardo all’utilizzo di fonti rinnovabili nella produzione di energia elettrica segnano il traguardo da raggiungere per il 2020 al 20% e al 32% per il 2030. Attualmente l’energia prodotta da biomasse contribuisce al 10% di tutte le risorse di energia e rappresenta la quota più importante tra le energie rinnovabili, costituendone il 59%. Nel 2016 i maggiori consumatori in termini assoluti di bioelettricità sono stati la Germania, la Francia, l’Italia, la Svezia e il Regno Unito. L’Italia è anche tra le maggiori consumatrici di bioheat, insieme alla Germania, il Regno Unito, la Svezia e la Finlandia.
Le grandi superfici triangolari che coprono i volumi della caldaia e del camino sovvertendone le geometrie sono realizzate con strutture in acciaio sulle quali è posata una tessitura lignea a elementi paralleli. L’orditura delle scandole lignee segue però un pattern che cambia direzione a ogni faccia, offrendo così all’osservatore percezioni costantemente mutevoli in funzione del punto di osservazione, delle differenti ore del giorno o delle condizioni di luce. Il rivestimento in legno è anche un omaggio all’arte dell’intreccio e alle architetture nomadiche.
Nella concezione di tale soluzione Giovanni Vaccarini ha fatto ricorso a una tecnica di camuffamento militare ispirata dall’arte cubista e sviluppata nel corso della Grande Guerra in ambito navale. Nota come Razzle Dazzle, tale tecnica fu utilizzata originariamente per rendere difficile l’individuazione delle navi britanniche nonostante la loro mole. Essa consiste nella pittura di una serie di righe e segni grafici che si interrompono e si fronteggiano definendo un motivo disarticolato che confonde la percezione e rende difficile da stimare distanza e grandezza dell’oggetto osservato.
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