Casa JMG

Polignano a Mare, Italia
Architetti
Luca Zanaroli Architects
Anno
2016

Gli edifici che caratterizzano il paesaggio rurale di queste zone possiedono un forte carattere simbolico, un preciso e riconoscibile linguaggio architettonico. In questo contesto la sostenibilità del progetto non può prendere in considerazione solo gli aspetti tecnici e costruttivi dell’intervento di trasformazione ma, in termini di memoria, deve riguardare anche le modalità di recupero dei caratteri del passato e la loro riproposizione in chiave contemporanea. Oscilliamo continuamente tra la ricerca di contemporaneità e il bisogno di simboli, tra la spinta verso l’innovazione e il legame con la tradizione. Lo scopo è quello di tentare di superare la dicotomia tra i due opposti bisogni rendendoli complementari. Attraverso l’integrazione e la giustapposizione (e non contrapposizione) dei vari elementi, artificiali e naturali, questi possono diventare parte di un unico, organico e fluido paesaggio.L’idea è stata quindi di realizzare una corte “rurale” delimitata, da un lato, dal trullo preesistente e negli altri due lati da un nuovo edificio a forma di “L” e, nel lato verso valle, dalla piscina.Analizzando gli elementi stilistici e linguistici dell’architettura tradizionale locale, ho realizzato il nuovo edificio partendo dalla rilettura del basamento in pietra del trullo. Si è frammentato l’edificio inserendo tra i due lati della “L” un volume volutamente contrastante sia per forma che per colore, anche per evidenziarne la diversa destinazione d’uso.

Questo parallelepipedo, netto e squadrato, è completamente rivestito con una parete in doghe di larice tinte di nero, che ha anche una funzione di doppia pelle ventilata per aumentare l’isolamento termico dell’involucro edilizio.

Internamente si è lavorato principalmente sulla luce, cercando di “catturarla” attraverso aperture pensate per fare in modo che entrasse anche dall'alto e si riflettesse morbidamente sulle superfici interne e sugli oggetti evitando forti effetti di chiaro/scuro e che inoltre fossero una sorta di schermo cinematografico o di quadro luminoso sul quale “proiettare” il mutare del paesaggio esterno.

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Rivista

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