Uffici BDN

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Sede
Villotta di Chions, Italia
Anno
2018

Il progetto prevede la riqualificazione e l'ampliamento di un edificio industriale esistente con l'inserimento di nuovi uffici. L'azienda coinvolta é una piccola eccellenza del nord-est produttivo nella lavorazione dell'acciaio: realizza un monoprodotto, è tra i primi fornitori di una grande multinazionale, e ha nella lean production il suo speciale punto di forza. Ottimizzare, fluidificare, eliminare gli sprechi, togliere barriere, comunicare. Ognuno di questi capisaldi innesca la progettazione dei nuovi uffici, ed ecco che le gerarchie degli spazi subiscono la medesima trasformazione dell'organizzazione aziendale: basta un unico piano ma più grande, la parola d'ordine è trasparenza, tutti devono vedere cosa fanno gli altri, e perché. Aprire grandi vetrate è un'opportunità e una necessità, per mostrare fuori ciò che succede dentro e viceversa. Nell'interpretazione dei canoni della lean production, gli ambienti direzionali si interfacciano direttamente con l'area produttiva: tre scatole costruite a secco, dalle ampie superfici vetrate, sfondano letteralmente il vecchio confine gerarchico tra le due zone, rendendole visivamente permeabili l'una all'altra e mantenendo nel contempo la necessaria impermeabilità acustica grazie a un approfondito studio sull'isolamento delle strutture e dei serramenti utilizzati. La stessa ricerca è stata operata nell'ampliamento, con grandi aperture degli uffici verso la strada principale, una trafficata via in una zona industriale: l'area amministrativa e direzionale diviene uno spazio calmo, un cuscinetto tra due zone a livelli di decibel molto elevati. Questo ha consentito di creare in più punti un corridoio visivo reale e ideale tra esterno – area direzionale – area di lavorazione, contravvenendo alla classica chiusura allo sguardo del processo produttivo e alla netta divisione tra potenziale cliente – amministrativo – operaio. Anche la nuova facciata racconta ciò che accade dentro: lame di acciaio inox, realizzate dagli stessi lavoratori che operano nell'azienda, ricoprono il vecchio edificio riflettendo la luce a seconda del tempo atmosferico e smaterializzandosi nel cielo. Il giardino esterno è ulteriore punto di contatto tra la strada e la fabbrica, tra il pubblico e la produzione: un luogo dove crescono piante semplici, a fioritura alternata così che ogni stagione lo renda sempre differente, attrezzato per accogliere persone e far conoscere il prodotto in momenti di convivialità e di scambio. L'obiettivo non è più un bell’ingresso con un desk di accoglienza, ma una fabbrica così sicura di sè da avere l'ingresso direttamente nella zona produttiva. Una fabbrica che non è più un involucro inaccessibile, il posto triste e grigio dell'immaginario collettivo, ma un luogo dove si lavora meglio, con spazi belli da mostrare e da vivere, un giardino dove accogliere i clienti, una facciata che comunica i valori dell’azienda portando a vista ciò che da sempre era chiuso allo sguardo.

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