Foto © Alessandro Ruzzier
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Foto © corde architetti
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Dibujo © corde architetti
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Casa BRSL

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Ubicación
33077 Sacile, Italia
Año
2014
Equipo
Chiarot&Brosolo Associati

Nella vita di un edificio così semplice, dalle origini secolari, ci inseriamo in un breve tratto di tempo: il nostro intervento, i nostri gesti si sommano a quelli dei nostri predecessori, in una stratificazione di segni che a seconda del periodo storico vengono celati o palesati. La nostra volontà è consegnare un'istantanea, un'immagine vera di quello che abbiamo fatto. Tutti i materiali costruttivi nuovi e del passato vengono lasciati a vista, il cemento, il ferro, i mattoni, la pietra, le travi e i tavolati. Tutto si unisce e compone per necessità.

Un edificio antico dalla storia complessa: nato come abitazione, trasformato nel tempo in un laboratorio per la produzione di zoccoli, poi destinato a negozio, ritorna con questo intervento ad essere la residenza di una giovane famiglia. L'intervento di ricucitura tra i due blocchi di cui è formata l'unità complessiva si presenta particolarmente delicato, a causa delle altezze estremamente variabili tra i solai da riconnettere: la nuova scala in acciaio, lavorata su spessori minimi per consentire una percezione ininterrotta degli spazi, della luce, diviene il fulcro del progetto e in seguito dell'intero svolgersi della vita all'interno della casa.
Nella fase di restauro viene messa a nudo la struttura portante, una tessitura di mattoni e solai in legno dove gli interventi e i rimaneggiamenti attuati si palesano come “sovrapposizioni di necessità”: è così che tornano alla luce alcuni passaggi, murature eterogenee di pietre e mattoni, e un'importante trave in castagno ormai deforme che sosteneva la base dell'edificio principale. Per mantenere le altezze interpiano sono state realizzate delle solette armate additivate con fibre sintetiche sopra i tavolati esistenti, aggiungendo solamente pochi millimetri di resina. Questo gesto semplice comporta una complessità costruttiva non indifferente ai bordi della scala, costringendo già in fase di getto a imbrigliare e ricondurre un materiale grezzo alla precisione propria del pavimento finito. La statica dell'edificio, fortemente rimaneggiata nei secoli, è stata ricomposta inserendo setti in cemento e tiranti verticali con l'obiettivo di salvare l'edificio da eventi sismici. Anche la copertura ha subito consolidamenti: nuovi profili metallici posti sopra le travi esistenti e connessi attraverso fasce metalliche ne salvano la bellezza originaria.
Nel corpo novecentesco due grandi vetrate si affacciano sul giardino privato. Il particolare del vetro incollato sul serramento in legno permette una perfetta complanarità tra il muro e il vetro, facendo quasi scomparire i confini in una permeabilità visiva, emotiva: dall'interno, avvicinandosi ai bordi, si ha la sensazione di essere all'aperto, “si può stare sotto la pioggia o osservare l'impeto del temporale senza bagnarsi”.

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